QUÆSTI CORPI

BODY NEUTRALITY – Parte 4

Io non sono il mio corpo.

L’involucro che ci ricopre, esteticamente appagante o meno, non può – e non deve – essere la definizione della nostra identità, qualsiasi essa sia.

Non è retorica, né c’entra niente il dualismo religioso di anima e corpo: dobbiamo “solo” smettere di assumere e supporre che a determinate caratteristiche estetiche corrispondano i tratti caratteriali, fisiologici, emotivi, psicologici che la nostra esperienza nel mondo com’era continua a imporci.

Ci si aspetta sempre una giustificazione, un riconoscimento immediato tra ciò che pensiamo e ciò che è; vogliamo a tutti i costi saltare il passaggio della comprensione individuale per arrivare a quello del soddisfacimento visivo e questo non fa altro che aumentare il senso di inadeguatezza delle persone messe a giudizio.

Questo senso di inadeguatezza si manifesta in diversi modi, e in molte circostanze diventa una condizione di vita persistente, un vuoto da colmare quotidianamente; lo si sperimenta sempre di fronte ad una reale o suppositiva insufficienza rispetto a qualcosa o qualcuno e deriva dal più comune errore cognitivo – indotto, se mi permettete – di sostituire il paragone al confronto.

Confrontarsi con qualcosa o qualcuno e paragonarsi con qualcosa o qualcuno sono due azioni distanti anni luce. La prima avviene quando le due parti si trovano sullo stesso livello di valore (normalmente sociale); il secondo presuppone uno STANDARD a cui fare riferimento per eventuali mancanze e/o affinità.

Se le caratteristiche di un uomo trans non soddisfano le aspettative estetiche degli standard eteronormativi di “uomo” a cui siamo abituatae, l’uomo trans si sentirà inadeguato e mai abbastanza vicino al riconoscimento del proprio genere.

Questi standard sono il vertice della piramide gerarchica dei corpi di cui abbiamo parlato qui, ed è a causa di essi che il confronto si trasforma in paragone; più in basso scendiamo nella piramide e più il senso di inadeguatezza si espande in tutte le dimensioni: sociale, interpersonale e intrapersonale.

E la body neutrality, in questo senso, può essere l’unica opzione.

Una società diventa NEUTRALE rispetto ai corpi che la vivono quando quest’ultimi non condizionano la determinazione e la libertà individuale. E purtroppo, siamo tuttae molto lontanae da questo.

È normale sentirsi inadeguatae, ma non è giusto.

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Multipotenziale: faccio tutto ma non sono brava in niente. Non mangio animali, li coccolo e basta. Lotto per chiunque ne abbia bisogno.
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