RASSEGNA STAMPA

Caso Aurora Leone

La Partita Parità del Cuore

Martedì 25 Maggio è andata in onda la trentesima edizione della “Partita del Cuore”, evento calcistico a scopo benefico che ogni anno vede sfidarsi artisti, attori e sportivi di rilievo.

L’ uso del maschile plurale non è affatto casuale: negli anni, infatti, sono state pochissime le donne ad aver avuto l’opportunità di scendere in campo. Ma una, in particolare, è riuscita a farlo, non tanto concretamente quanto astrattamente: parliamo ovviamente di Aurora Leone, comica del gruppo The Jackal, colpita da un grave episodio di sessismo la sera prima del match, ad opera del (poi dimessosi) Direttore Generale Gianluca Pecchini (Vicepresidente del Mantova Calcio, ndr) e da una seconda persona, non meglio identificata. Gli stessi hanno chiesto ad Aurora e al collega Ciro Priello di alzarsi dal tavolo dei giocatori, rivolgendo alla ragazza frasi del tipo “da quando in qua le donne giocano?” e “il completino te lo metti in tribuna”, e costringendo infine i due a rinunciare alla partecipazione all’ evento e a lasciare l’ hotel.

Le reazioni e le prese di posizione a riguardo sono state, come al solito, divisive: se alcuni colleghi hanno fermamente condannato il gesto ritirandosi dall’evento, altri hanno titubato, rilasciando inizialmente dichiarazioni social al solo fine di deresponsabilizzarsi e dissociarsi dal fatto, salvo poi nascondere la polvere sotto al tappeto, decidendo di non scendere in campo.

A grandi linee, lo stesso iter messo in atto dalla medesima organizzazione della “Partita del Cuore”: una prima dichiarazione, poi cancellata, in cui si afferma di “non accettare arroganza, minacce e violenza verbale” e in cui si elencano “alcuni dei nomi delle tantissime (?) donne che, dal 1985, hanno partecipato e sostenuto i nostri progetti”, un successivo comunicato attestante le doverose dimissioni di Pecchini, infine la decisione di far giocare i primi quindici minuti del match alla Juventus Women (la cui difensora Cecilia Salvai aveva precedentemente denunciato la mancata presenza alla partita per “scarsità di quote rosa che potessero giustificarla”, e le cui giocatrici comunque non figuravano nelle formazioni ufficiali nelle ventiquattro ore precedenti l’ evento).

In più, nei giorni scorsi la giornalista Jennifer Guerra ha segnalato un finanziamento di €175.000,00, assegnati tramite bando all’Associazione Nazionale Italiana Cantanti, con la finalità di prevenire la violenza di genere. Una bella contraddizione in termini.

La potente denuncia social perorata da Aurora, dai suoi colleghi dei The Jackal e da altri personaggi pubblici ha inciso fortemente, andando ad intaccare anche gli ascolti dell’evento di Mediaset, assestatisi al 9.7% di share (calo che la rete si è comunque affrettata a smentire). Pecchini ha minacciato querele, inveendo contro i due comici e accusandoli pretestuosamente di aver danneggiato la raccolta fondi.

A onor di contraddittorio, lo stesso ha delineato un diverso svolgimento dei fatti, auto – attestandosi il merito di aver personalmente selezionato una terna arbitrale completamente femminile ed elencando, a mò di palmares sportivo, tutte le donne coinvolte e le varie iniziative promosse negli anni dall’organizzazione (Fonte TPI). Una difesa claudicante, su cui tuttavia non è nostra competenza esprimerci, rimarcando comunque l’esortazione a non incentivare in nessun caso la gogna mediatica.


Un episodio, comunque lo si voglia leggere, attestante una mentalità pesantemente retrograda, se si contestualizza il tema allargando lo spettro alla situazione attuale del calcio femminile in Italia, in Europa e nel resto del Mondo.
Il Campionato Italiano di Calcio Femminile è stato istituito dalla FIGC nel 1986 e, nonostante gli indiscutibili progressi fatti negli anni, in ultimis anche grazie all’exploit della Nazionale Italiana, che silenziosamente e inaspettatamente è giunta fino ai quarti di finale ai Mondiali di Francia 2019, ad oggi è ancora considerato come un torneo dilettantistico; con la conseguenza che, allo stato attuale, le giocatrici non possono davvero vivere il calcio come proprio lavoro né vivere di calcio come proprio lavoro. Una tendenza, tuttavia, in procinto di cambiare: una delibera della FIGC del Giugno 2020 ha annunciato infatti che dalla stagione 2022/2023 tutti i club di Serie A saranno riconosciuti come professionistici.

Si dovrà ancora attendere per le serie minori, ma questa prima vittoria non può che far ben sperare.
I fiori all’occhiello rispettivamente europeo e internazionale in tema di calcio femminile sono invece rappresentati da Olanda e Stati Uniti D’ America: la prima, grazie all’ AFC Ajax, che già dal 2019 prevede identiche condizioni di salario, ferie, assicurazione sanitaria e per infortuni (pur non consentendo ancora una parità anche economica, in mercati fortemente chiusi come quello calcistico, pubblicitario e televisivo), e con la possibilità di formare anche club misti a partire dalla stagione 2021/2022; la seconda, con la Nazionale vincitrice del Mondiale 2019, che negli ultimi anni ha addirittura generato più entrate di quella maschile (Fonte Il Post), non riuscendo ciononostante a vedersi ancora riconosciuto lo status professionistico.


Un ambiente in fermento e in ascesa, quello del calcio femminile, sostenuto da una popolarità mediatica e da una diffusione sociale sempre più crescenti, e di cui Collettivae tornerà presto, entusiasticamente, a parlarvi.

Gemma Bui

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About Gemma Bui

A sei anni comincio la mia rivoluzione di ‘femmina che suona la batteria’. Nel tempo libero suono, scrivo, gioco a calcio e contemplo il lato luminoso delle cose.
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