Due generazioni di fan a confronto, per scoprire l’impatto che hanno avuto, e che continuano ad avere, le Spice Girls ed il loro Girl Power
Il 26 Giugno 1996 esce in tutta Europa Wannabe, il primo singolo dell’album Spice, primo album in studio del gruppo pop britannico femminile più famoso di tutti i tempi: le Spice Girls.
Il brano resta 7 settimane al primo posto della chart britannica, raggiungendo la prima posizione nelle classifiche musicali di ben 32 paesi. Saranno in totale 9 i singoli che entreranno prepotentemente nelle classifiche di tutto il mondo.
Ancora oggi Wannabe è una hit cult che fa ballare tuttæ: su Spotify ha 590 milioni di ascolti. Sempre nella stessa piattaforma troviamo oltre 26 milioni di playlist dedicate alla girl band che ha infranto ogni record.
Ma a cosa devono davvero il loro successo globale e sorprendente queste 5 ragazze britanniche, che di certo non spiccavano per eccezionali abilità canore o sorprendente bellezza? Proprio a questo!
Nel 1996 Melanie Chisholm, Geri Halliwell, Victoria Adams, Emma Bunton e Melanie Brown sono ragazze comuni poco più che ventenni, ognuna con il proprio stile e la propria personalità e nelle quali ognuna poteva facilmente riconoscersi. Per le ragazze adolescenti del tempo, erano la prova che si potevano raggiungere i propri obiettivi senza dover necessariamente essere straordinarie, bellissime, estremamente talentuose ma soltanto molto, molto determinate e poco inclini a scendere a compromessi. Nessuna di loro stava aspettando il principe azzurro che venisse a salvarla o a darle una possibilità. Quella possibilità loro se l’erano presa e non avevano nemmeno dovuto ringraziare un uomo che gliel’avesse concessa!
Collettivæ ha quindi deciso di mettere due generazioni di fan a confronto (Angela, classe 1984 e Gemma, del 1996) per riuscire a comprendere che impatto hanno avuto nella società al momento del loro debutto, e come continuano ad essere un punto di riferimento per le ragazze anche dopo 25 anni.
- DOVE TI TROVAVI IL 5 MARZO 1998?
ANGELA – Mancavano pochi giorni al mio 14esimo compleanno e quella sera mi stavo godendo un regalo anticipato: ero a Casalecchio di Reno (BO), sotto il palco e piena di emozioni, ad urlare le canzoni delle Spice Girls ad una della sole 4 date Italiane dello Spice Girls Tour.
GEMMA – In un luogo sicuramente meno emozionante rispetto a quello descritto da Angela. Di lì a una settimana avrei compiuto due anni, verosimilmente quel giorno mi trovavo a casa mia, in campagna, magari in giardino a giocare con mia sorella Aurora (fan della prima ora delle Spice, tanto che poco tempo dopo aver iniziato a parlare cantava già le loro canzoni! Un “Culto Spice” al quale poi, negli anni successivi, sono stata iniziata anch’io).
- QUAL ERA SPICE GIRL PREFERITA E PERCHÉ
ANGELA – Melanie C, aka Sporty Spice. Il suo abbigliamento sportivo e quell’atteggiamento da tomboy li sentivo molto vicini al mio modo di essere, e poi era quella che cantava meglio, non dimentichiamocelo mai!
GEMMA – Angela e io sapevamo già prima di quest’intervista di condividere la predilezione per Mel C. Quindi dico Emma (alias Baby Spice), la mia (seconda) Spice preferita, ma non per questo meno meritevole di attenzione, soprattutto perchè, con la sua dolcezza a tratti ingenua e childish, la sentivo molto relazionabile a me. Per non parlare del suo potenziale come icona di stile: mia mamma mi acconciava sempre i capelli con due code alte, e avevo un paio di Fornarina ispirate alle sue vertiginose platform shoes.
- LA CANZONE PREFERITA E PERCHÉ
ANGELA – Viva Forever senza alcun dubbio, forse perché è l’unico loro brano che ancora oggi mi emoziona e mi fa venire la pelle d’oca come allora. Wannabe mi fa ballare, ma i ricordi importanti sono con Viva Forever.
GEMMA – Indubbiamente “Too Much”, secondo singolo estratto da quel discone che è Spiceworld, uscito nel ‘97. Il pezzo è anche tema principale di “Spice Girls – Il Film”, nella cui sigla vediamo le sagome delle Spice ballare su uno sfondo colorato, per poi entrare, con l’attacco del ritornello, nel vivo di una loro esibizione – la scena iniziale del film, appunto – in cui le nostre ballano e cantano vestite di bianco, con l’orchestra che suona alle loro spalle. Un’atmosfera semplice, che, aldilà dell’estetica, valorizza moltissimo le qualità canore delle cinque. Riguardandole adesso, sembrano quasi delle moderne Cariatidi, spostate del Partenone di Atene in un set televisivo illuminato dai led (confesso di essermi emozionata riascoltando il pezzo dopo molto tempo, madeleine uditiva pazzesca). Trovo la canzone, una ballad con sfumature R&B (poco apprezzate dalla critica musicale, molto da me), bellissima anche nell’arrangiamento, composto da chitarra, fiati e legni. Il famosissimo duo di producers Absolute collaborò alla stesura del pezzo, ispirandosi apertamente ai modelli del doo-wop (costola afroamericana dell’R&B), e successivamente le ragazze registrarono i vocals del pezzo (come del resto quelli di tutto il disco) in una roulotte, durante le riprese del film. Il testo della canzone è stato principalmente scritto da Geri Halliwell, e contiene a mio parere frasi molto potenti, come “but short term solution ain’t no resolution” o anche il tema stesso del ritornello “too much of something is bad enough”. Anche l’interpretazione è ottima, mi piace soprattutto il cantato di Mel C, con il suo timbro graffiato, che entra prepotente nel pezzo arrivando a un fraseggio quasi rappato. Momento riconoscimenti: il pezzo ha conquistato il sesto primo posto consecutivo del gruppo nella Top Chart britannica, oltre a una nomination ai Razzie Awards (cosa che me lo fa apprezzare ancora di più).
- QUAL È IL TUO SPICE GADGET
ANGELA – Avevo praticamente tutti i gadget disponibili all’epoca (e posso assicurare che erano moltissimi), fra tutti ricordo lo SPICE RING acquistato al concerto e anche la delusione di romperlo dopo pochissimo tempo che lo indossavo…fu un trauma vero! Ad oggi ho salvato solo la partitura originale del primo album, e all’epoca non fu affatto facile procurarselo. Essere fan 25 anni fa, senza internet e social media, era molto più faticoso, ma anche molto soddisfacente.
GEMMA – E’ appunto il VHS di “Spice Girls – Il Film”, che citavo prima. Aurora e io lo abbiamo letteralmente consumato; qualcuno per sbaglio ci ha anche registrato sopra una televendita di ferri da stiro… rendendo la cassetta ancora più unica e preziosa a livello affettivo.
- QUALE MOMENTO ASSOCI A WANNABE E PERCHÉ?
ANGELA – Ricordo in modo vivido la prima volta in assoluto che intravidi il video di Wannabe. Allora non esistevano Youtube o Google: accesi la TV e casualmente stavano trasmettendo la coda di un servizio al tg su di loro, ma in quel momento io vidi solo queste 5 ragazze sgambettare su delle scale. Ricordo la sensazione di novità e curiosità nel vedere finalmente non qualcosa di finto e distanze, non delle bombe sexy e provocanti ma delle ragazze normalissime, vestite in modo abbastanza comune, che sembravano divertirsi moltissimo a cantare un brano che ti entrava in testa all’istante. Passarono diversi giorni prima che riuscissi a scoprire chi erano e come si chiamava il brano.
GEMMA – D’impatto penso a me e mia sorella che saltiamo e roteiamo sul letto, una di fronte all’altra, tenendoci entrambe le mani e cantando in un inglese storpiatissimo (il mio; il suo invece era sorprendentemente prodigioso, fin da bambina). Io ero ancora molto piccola, molti ricordi – anche legati al pezzo stesso – sono vaghi e incerti; questo, al contrario, è l’unico che conservo ancora ben definito e vivido.
- COSA RAPPRESENTAVANO PER TE LE SPICE GIRLS QUANDO LE HAI SCOPERTE?
ANGELA – Avevo 12 anni e le sentivo vicine. Mi potevo identificare in loro, potevo ritrovarci le mie amiche…erano come noi, non particolarmente belle, non erano né sexy né provocanti. Sembravano raggiungibili, ognuna con la sua particolarità, il suo tratto caratteriale distintivo. Era facile capire quale fosse la tua Spice preferita, bastava scegliere quella che ti assomigliava di più.
GEMMA – Erano ragazze toste, stilose e simpatiche, che facevano una musica di cui non capivo il significato, ma che mi divertivo a ballare e di cui percepivo la carica “energetica” (l’empowerment, insomma).
- COSA RAPPRESENTANO PER TE LE SPICE GIRLS DOPO 25 ANNI?
ANGELA – Solo in età adulta ho riflettuto davvero su quello che sono state le Spice Girls per le ragazzine della mia generazione, e a distanza di 25 anni è innegabile l’impatto che hanno avuto su di noi. In modo molto POP, e quindi diretto e chiaro, ci hanno spiegato che potevamo realmente essere come volevamo, amarci per chi eravamo, sognare quello che avremmo voluto essere senza porci i limiti che fino allora una società patriarcale ci aveva imposto: insomma un netto cambio di rotta, una prospettiva molto diversa, in cui la donna non era solo un corpo atto alla soddisfazione dell’uomo.
GEMMA – Sono ragazze toste, stilose e simpatiche, che facevano una musica di cui ora capisco il significato e che, nonostante sia il classico “pezzo di legno”, mi diverto ancora a ballare (purché assistita da un paio di bicchierini di Prosecco). Ma sono anche cinque ragazze, indubbiamente prodotto del e prodotte dal mercato discografico, al quale tuttavia non si sono mai piegate, avendo avuto il coraggio di “mollare” produttori e manager di cui non condividevano le scelte artistiche, addirittura arrivando ad autogestire totalmente il Tour mondiale di Spiceworld, senza per questo perdere mai l’identità artistica, estetica e “simbolica”. Oggi non reputo il loro empowerment solo percettibile, ma anche, e soprattutto, credibile: perchè le Spice hanno dimostrato fattualmente, nell’arco della loro carriera artistica, e nonostante (o forse sarebbe meglio dire, grazie specialmente) alle loro umane, interne spaccature, l’esatta corrispondenza col messaggio che esse peroravano, appunto quello del “Girl Power!”.
- LA REUNION DI LONDRA: CHE EMOZIONI HAI PROVATO?
ANGELA – Le immagini della reunion sono state emozionanti, ho anche provato ad acquistare i biglietti per uno dei concerti ma è stato impossibile riuscirci. Fisicamente per loro non sembrano nemmeno passati questi 25 anni.
GEMMA – Ero in viaggio con la mia famiglia, non ricordo bene se in America o altrove. In quel momento ci trovavamo in hotel (cascasse il mondo il mio babbo la Cerimonia Inaugurale delle Olimpiadi te la guarda – spoiler: non è La Ghey); ci siamo messi tutti insieme davanti al televisore a guardare l’esibizione, con i miei che ballavano e cantavano, gasati quanto noi. Anche nelle loro vite, inevitabilmente, le Spice sono state presenti, tra pomeriggi in cui guardavano e riguardavano il film insieme a noi e mille viaggi in macchina con “Wannabe” sparata alla radio.
- COS’È PER TE IL GIRL POWER?
ANGELA – Se vogliamo proprio essere precise, il motto “Girl Power” è stato coniato dalle Bikini Kill all’inizio degli anni ‘90, ma avevo solo 6 anni all’epoca per cui il mio primo incontro con questo slogan risale appunto a qualche anno dopo con le Spice Girls. Senza troppi giri di parole incoraggiavano all’indipendenza e all’emancipazione delle ragazze con un linguaggio semplice e diretto. Noi ragazzine avevamo capito che insieme potevamo essere più forti di qualsiasi maschietto, e urlare (senza consapevolezza in quel momento) quello slogan, scriverlo sul diario, sul banco (sul muro della palestra della scuola…mea culpa) era davvero una bella sensazione, un ventata di cambiamento e una nuova prospettiva. Credo che il Girl Power mi abbia formata molto di più di quello che potevo comprendere in quel momento.
GEMMA – Nel ‘98 ovviamente non ne comprendevo il significato, lo vedevo come un motto che le ragazze ripetevano spesso e che effettivamente “suonava bene”.
Dargli una definizione oggi è altrettanto complesso: si stima che attualmente 3.64 miliardi di donne vivano sulla terra (Dati ONU), quindi abbiamo la bellezza di 3.64 miliardi di Girl Powers differenti, ognuno dettato da esigenze e orientato verso obiettivi diversi e specifici. Anzi, per l’esattezza dovremmo calcolare 3.64 miliardi di Girl Powers + 1, considerando anche il Girl Power “contenitore”, che ospita e racchiude tutti gli altri, accomunandoci e unendoci tuttae, vicine o lontane, amiche o sconosciute.
- COSA VORRESTI DIRE ALLA TUA SPICE PREFERITA?
ANGELA – Grazie Melanie C per aver sdoganato la tuta di acetato!!!!
GEMMA – Vorrei parlare a tutte, ringraziandole per essere state indubbiamente un modello di riferimento artistico. Nell’ambiente musicale si vedono poche donne, spesso “relegate” al ruolo di mere voci interpretative. Le Spice invece si sono sempre imposte, rimanendo identitarie, con leggerezza ma senza superficialità, lanciando un messaggio importante, in cui credevano davvero e in cui, oggi come ieri, fanno credere anche noi.
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