Cosa succede quando due femminicidi avvengono nella tua città? Cosa succede nella tua testa quando scopri che sono avvenuti a un portone di distanza dal tuo?
Si pensa che città piccole come la nostra siano immuni da avvenimenti truci come omicidi, femminicidi, stupri. Ci conosciamo più o meno tutt*, sappiamo dove viviamo, cosa mangiamo, che locali frequentiamo.
Ma anche in un paesone come il nostro esistono il male, la misoginia e la violenza contro le donne. Anche la nostra città entra di nuovo nella cartina geografica del “dove sono avvenuti femminicidi nel 2023”.
Il male non si manifesta solo in quei contesti definiti come pericolosi, non è appannaggio delle grandi città o di uomini spietati che invadono paesi o reprimono nel sangue le proteste: il male è banale.
I due femminicidi ci ricordano questo, per l’ennesima volta: potevo essere io. Potevamo essere noi. Il male è il mio vicino di casa.
La banalità dell’odio e la totale assenza di un’educazione all’affettività portano a questo risultato finale, un tessuto emotivo totalmente sommerso, denso di rabbia e odio, che quando si scopre, uccide ferocemente senza pietà.
Ma lei perché era ancora con lui? Perché hanno fatto un secondo figli*? Perché non ha denunciato?
È morta. Sono morte. Ci sono due minori coinvolti.
Noi, sorelle sopravvissute, ci ritroviamo di nuovo davanti alla stessa narrazione cattiva. Non si riporta il fatto e si rispetta il dolore di una famiglia, ma si indaga sulla loro vita personale. È una questione privata.
L’orrendo voyeurismo giornalistico a cui siamo costantemente espost* si è verificato anche nella stampa locale: foto di campanelli, foto di coppia.
Vogliamo un oggettivo report dell’accaduto, invece che ritrovarci in un salotto televisivo di gossip spicciolo. Non vogliamo che la narrazione del background della coppia sia di nuovo usata “per capire meglio” l’atto che l’uomo ha compiuto, per provare a dargli una logica comprensibile.
Non vi è nulla da capire meglio, l’atto avvenuto si chiama femminicidio. La colpa è una e univoca, di chi aveva il coltello dalla parte del manico.
La necessità di cambiare la narrativa e di formare chi racconta casi di cronaca è necessaria anche nei piccoli paesi, nei paesoni e nelle piccole città.
Noi siamo ovunque e meritiamo che la morte di due sorelle sia raccontata per quello che è effettivamente: misoginia e femminicidio.