“Una Donna Promettente” (“Promising Young Woman” – 2020), è l’opera prima di Emerald Fennell, che vede protagonista l’attrice britannica Carey Mulligan, la quale per il film ha ricevuto la candidatura all’Oscar e al Golden Globe.
La pellicola, prodotta dall’indipendente LuckyChap Entertainment e presentata al Sundance Film Festival 2020, ha ottenuto (tra gli altri) il Premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale nel 2021, oltre a un ottimo successo in termini di critica popolare e cinematografica.
*Attenzione – Contiene Spoiler*
La protagonista della storia è Cassie (Carey Mulligan), studentessa di medicina da sempre considerata una “giovane donna promettente”, e tuttavia rimasta “semplicemente” tale a causa di un evento che ne ha segnato l’esistenza: la morte della migliore amica, Nina, suicidatasi ai tempi del college per il fatto di essere stata stuprata e non creduta, poichè ubriaca. Ciò porta Cassie a vivere una vita apparentemente tranquilla, quasi banale, ma in realtà cupa e misteriosa: settimanalmente, infatti, la ragazza si reca in un locale sempre diverso, fingendosi ubriaca con lo scopo di riuscire a entrare nelle case di uomini approfittatori, svelando loro in seguito la verità, terrorizzandoli – pur tuttavia senza mai far loro del male – e dissuadendoli fortemente dal ripetere le proprie azioni nei confronti di altre donne. Seguendo sempre il medesimo modus operandi, la ragazza annota maniacalmente i dettagli di ogni singola “vendetta” sul proprio diario. La vita di Cassie sembra cambiare in meglio grazie all’arrivo di Ryan, un chirurgo pediatrico e vecchio compagno di corso del college. I due si conoscono nel bar dove lei lavora, e la ragazza – sempre naturalmente restia ai rapporti sentimentali e fortemente diffidente nei confronti del genere maschile a causa del pesante trauma subito in passato – si rende presto conto di essersi finalmente innamorata. Ma c’è un nuovo evento pronto a scuotere lo stato di calma apparente: Ryan rivela infatti a Cassie che Al – il violentatore di Nina – è in procinto di sposarsi; la notizia riaccende l’odio mai sopito di Cassie nei confronti dell’uomo, portandola alla decisione definitiva di vendicarsi una volta per tutte di lui e di tutti e tutte coloro che conniventemente hanno causato la morte dell’amica: prima Madison, compagna di corso e “amica” delle due ragazze, che ha di fatto sempre colpevolizzato Nina, accusandola di “essersela cercata”, avendo provocato il proprio stupratore; poi la Rettrice Walker, che ai tempi non credette a Nina e che oggi non si ricorda nemmeno più né di lei né della sua storia; e infine, l’avvocato di Al, che è tuttavia sinceramente pentito, e viene perciò “risparmiato” da Cassie. Ma la storia è destinata a cambiare di nuovo: dopo qualche giorno, Madison mostra a Cassie il video dello stupro di Nina, nel quale compare anche Ryan, che – come il resto dei e delle presenti – non aveva fatto nulla per difendere la ragazza, ma, al contrario, l’aveva derisa. Cassie, accecata dal dolore, decide quindi di ricattare Ryan: se non le rivelerà il luogo in cui si terrà il matrimonio di Al, lei diffonderà il video, rovinandogli la carriera. Ryan cede, e vediamo Cassie recarsi sul luogo dell’addio al celibato, nei panni di una finta spogliarellista, che riesce infine a rinchiudere e ammanettare in camera da letto Al, per la resa dei conti definitiva… Non sveleremo il finale del film, sia per evitare di spoilerarlo a chi non l’avesse ancora visto, ma soprattutto per invogliarvi a guardarlo: reputiamo infatti “Una Donna Promettente” un film forse non senza nei, ma sicuramente meritevole di essere visto, da tutti e da tutte. E per più di una ragione.
In primo luogo, per il tema che tratta e per il messaggio che se ne ricava, che l’hanno portato – secondo Mymovies.it – ad essere “il film più ideologico del cinema hollywoodiano contemporaneo […], una riflessione in chiave dark sulla cultura dello stupro e la sua accettazione come sistema di potere”.
In secondo luogo, per la bravura del cast, intento a interpretare personaggi spiccatamente archetipici: Al, esempio perfetto di maschio bianco eterosessuale – cisgender; Ryan, rappresentazione dell’uomo che, nonostante gli sforzi – e soprattutto le apparenze – ha il patriarcato interiorizzato dentro di sè; e soprattutto Cassie – magistralmente interpretata da Mulligan, che svetta su tutti e tutte – “eroina e deus ex machina” di una storia che non nasce, ma che diviene sua, per effetto di uno spirito di solidarietà femminile, descritto nei suoi lati luminosi come in quelli oscuri, nel momento in cui sfocia nelle varie sfaccettature della vendetta. Il tutto nella wave ormai sedicennale del Movimento #metoo, che è forse (?) capace di rendere il pubblico americano addirittura più “vicino” e sensibile alla fruizione rispetto a quello europeo.
In ultima istanza, per le scelte di stile e di contesto, deliberatamente pop e quindi assurdamente dissonanti rispetto alla storia, come la colonna sonora indie – pop, curata da Antony Willis, e la fotografia di Benjamin Kračun, dai colori iper – saturati a metà strada tra il barbie style e l’ emo – pop. Da menzionare infine la regia, serrata e quasi ossessiva, che centra l’obiettivo di tenere incollatae per tutto il tempo gli spettatori e le spettatrici.
“Una Donna Promettente” è un film necessario e purtroppo (?) forse ancora unico nel genere. Collettivae sente convintamente di consigliarvene la visione, nell’attesa di conoscere anche il vostro parere.
Gemma Bui